Maria Antonietta Elena Boschi e la brioche (avvelenata) per il Bard
Un titolo alternativo avrebbe potuto essere:
Maria Antonietta Elena Boschi e le 50 sfumature dell’Autonomia
«Conosco bene la situazione di Belluno e della provincia» ha spiegato la Boschi, «serve un’autonomia vera, non proclami. Stiamo avviando un percorso di confronto sull’elettività della Provincia, un impegno che il Pd ha assunto con gli alleati per rivedere alcune specificità dei territori di confine. Stiamo facendo un percorso di approfondimento, eventualmene rivedendo alcune scelte»
‘Sta qua è una ministra delle riforme, non importa se della serie pon-pon. Esordisce dicendo che “serve un’autonomia vera, non proclami“.
Poi che ti fa?
Ti confeziona una brioche che non è nient’altro che un proclama, tiepido, ma proclama è. Alcune parole “chiave” del medesimo (pregasi scandire le singole parole per sniffarne a fondo il contenuto altamente lisergico-euforizzante nonché autonomistico):
Stiamo avviando un percorso di confronto…
rivedere alcune specificità dei territori di confine…
Stiamo facendo un percorso di approfondimento…
eventualmente…
rivedendo alcune scelte…
Come potete vedere, a parte il proclama, a parte l’effluvio di incenso mirra e gorgonzola, qui siamo di fronte a… granitiche certezze. A me sembra una brioche – floscia e umidiccia – gettata al cane-alleato, il Bard, perché abbia qualcosa da mettere sotto i denti. Floscia, umidiccia e – a mio parere – anche avvelenata.
(arrivi a Belluno, sei la ministra delle riforme… sbottonati no? tirale fuori, falle vedere per bene, le intenzioni autonomistiche che serbi in seno)
(nei ritagli di tempo qualcuno spieghi alla ministra pon-pon il senso di autonomia: ché non salti fuori un bel dì, riferendosi ad essa, chiedendo “di quanti chilometri è la vostra?“)