Europa ed euro: la baldracca e il figlio deforme
L’ho letto, Gerardo Coco, più volte su Leoniblog e ora qui su Scenarieconomici. Europa ed euro: la baldracca e il figlio deforme. Analisi che condivido al 100%. Ce ne ricorderemo in angosciosa solitudine: “Sopravvivono alle catastrofi solo i sistemi decentrati. […] L’euro è come un dinosauro: non ha scampo“.
[…] Interpretato alla luce della teoria dei sistemi non è difficile fare l’oroscopo alla moneta «esperanto». Come le lingue, le monete non si pianificano, sono il prodotto dell’evoluzione storica. L’euro è un sistema complesso, il più complesso mai creato in laboratorio e ogni sistema complesso evolve verso la configurazione più probabile, quella del massimo disordine che in fisica si chiama entropia. Questa tendenza è tipica dei sistemi centralizzati dove il processo decisionale agendo da meccanismo di retroazione amplifica gli effetti delle decisioni che, se sono sbagliate ricadono su tutto il sistema degradandolo. Non è più questione di leadership politica: il disordine entropico del sistema è ormai tale che ogni mossa è fatale come rivela la cronaca quotidiana dei fatti europei: non c’è singola questione che non degeneri in scontro mentre il processo economico, produttivo e monetario si è interrotto.
Sopravvivono alle catastrofi solo i sistemi decentrati. E’ la legge dell’ecologia, la teoria dei sistemi viventi: la grandezza è incompatibile con l’adattabilità. L’euro è come un dinosauro: non ha scampo. I grandi organismi sono adatti allo scopo finché il sistema rimane statico, in relativo equilibrio e senza imprevisti. Non è un caso che Il paese più stabile sia la Svizzera, sopravvissuta a tutte le catastrofi storiche. La sua essenza, il decentramento decisionale, volontario distribuendo gli errori in modo decentrato non li amplifica ma li dissipa lasciando intatto il sistema. La plurilingue Svizzera non ha avuto bisogno di una Bruxelles per essere unita e prosperare. Il suo grado entropico è minimo proprio perché il sistema non è stato «pianificato». La soluzione dell’Europa dei popoli stava proprio qui, al centro, ma la superbia tecnocratica lo ha ignorato. Sono gli organismi più grandi a scomparire e le specie più piccole ad adattarsi, riorganizzando la catena alimentare. L’Europa sarà una lezione per le generazioni future che vorranno vivere in un mondo che ospiti la vita. A quella presente non resta che impegnarsi nel crisis management per lo scioglimento consensuale dell’euro: un trauma minore di quello del suo mantenimento. Altrimenti resti in attesa del meteorite che polverizzerà il dinosauro.