Marino, Marino, voglio Marino (il Finozzi di solito non si sbilancia…)
Dopo un trimestre lugubre, anche a livello venetico (presenze a -2,1%, arrivi a -1,4%), i flussi turistici si sono ringalluzziti (sembra) con l’arrivo di aprile e l’assessore alle prime luci dell’alba è uscito dal pollaio e ha allungato il collo cantando (neretto mio):
“Numeri che inducono all’ottimismo”. Marino Finozzi, assessore al turismo del Veneto, prima regione italiana nel settore con un sesto delle presenze nazionali, di solito non si sbilancia nelle previsioni: “i conti si fanno alla fine”. Ma i dati ufficiali comprensivi del mese di aprile danno cifre di tutto rispetto: in Veneto nei primi quattro mesi dell’anno gli arrivi sono aumentati del 6,4 per cento rispetto al già discreto risultato dello scorso anno, e le presenze segnano una crescita addirittura del 7,6 per cento. […]
Posso fare pelo e contropelo a chi voglio.
Erano i primi giorni del 2012 (per la precisione 25 gennaio) e il gallo, oops, l’assessore Finozzi proclamava:
“In Veneto il turismo ha raggiunto risultati da primato e le presenze hanno raggiunto quota 63 milioni, con una crescita di quasi il 4 per cento. Sono aumentati considerevolmente i pernottamenti degli stranieri ed è sostanzialmente stabile quello degli italiani, mentre il fatturato complessivo del settore si aggira sui 15 miliardi di euro. Se il turismo in Italia è al palo, non è certo da noi ma altrove“
Poi venne la realtà, con la clava, e non si curò di ciò che l’assessore aveva detto dandogliene tante, ma tante, ma tante: alla fine del 2012 le presenze nel Veneto, che nel 2011 avevano registrato un +4,24%, si inabissarono a -1,66% (rispetto all’anno precedente) e nel 2013 appena trascorso sono andate sotto di un altro -1,31% (rispetto al 2012).
Se tanto mi dà tanto, pensando a come dovrebbe andare il 2014, io ‘na strizzatina ai coglioni me la darei.