black out del Cadore: l’unione montana ha già calato le braghe
Non sono propriamente delle aquile, e questo lo dobbiamo mettere in conto. Diciamo che sono – mediamente – ignoranti come le capre. Parlo della categoria dei sindakos. Non sono neanche dei Cuor di Leone. Al massimo giungono ad emulare la vispa Teresa, quella che tra l’erbetta rincorrea la farfalletta.
Basta farsi un giro in giro per vedere lo strazio nei boschi: spettacoli più penosi di quando le teste di cazzo graduate del regio esercito mandavano al prestabilito massacro i fanti sul Monte Piana con l’Avanti Savoia. Basta farsi un giro per capire che ci siamo trovati di fronte ad uno scherzo spietato e al tempo stesso beffardo della natura. Nessuno nega che da ciò non si debba imparare e quindi “fare prevenzione” (qualunque cosa voglia dire), ma anche un maiale dedito all’ingrasso capisce che quello del black out cadorino è stato un micidiale quanto fatalistico cocktail con il quale la natura si è presa gioco di noi.
A calare le braghe è il presidente dell’unione montana Centro Cadore, tale Svaluto Ferro. Lo speaker di Antenna3 tiene in piedi ciò che resta del prode dimezzato con una sviolinata-epitaffio: “Svaluto non è tenero con i gestori dell’energia anche se la battaglia appare difficile”. E lui, mentre si cala le braghe:
C’è una lobbyyyyyyyyyyyy potentissima sia per quanto riguarda Terna sia per quanto riguarda Enel distribuzione, e difficilmente si riuscirà a portare a casa un minimo risultato.
Mio parere personale: se quelle che possiamo intuire sono le prove che hanno a disposizione, su questi argomenti è meglio che i sindakos se ne stiano a cuccia ché se le Lobbies Potentissime sciolgono i cani – quelli veri – di loro non resterà neanche il ricordo dei guaiti prima della mattanza.
(intanto la folla mormora: class action, class action, class action)