nebbie napolitane
Non ho mai nascosto la mia viscerale antipatia per il presidente della repubblica bananiera taliana. Diciamo che i suoi discorsi, con rispetto parlando, solitamente mi stanno sui coglioni. Di solito non va oltre la generazione automatica del NULLA. Naturalmente non sono il solo a pensare queste cosucce. Ecco cosa ne pensa Alessandro Gilioli:
La nebbia all’irto Colle
Il presidente Napolitano, intervistato da Fazio, ha parlato del «cammino» dell’Europa – e del rischio di «tornare indietro».
Il riferimento polemico era generico, verso gli «euroscettici». Senza nome, com’è uso al Colle per confonderci le idee: ce l’aveva con la Le Pen? Con Grillo? Con Tsipras? Con tutti? Con altri? Chissà.
Così come generica era la frase sul “cammino” e sul “tornare indietro”: quale sarebbe, questo “cammino” tanto caro al Quirinale? Quello che abbiamo imboccato da trent’anni (e non da cinque, come dice Napolitano) e da cui sarebbe utile invece discostarsi al più presto? O invece quello a cui aveva pensato Altiero Spinelli, da cui ci siamo abbondantemente discostati a mano a mano che in Europa ha vinto la linea finanziaria?
Mistero, anche questo.
Di conseguenza, è altrettanto opaco il significato del rischioso «tornare indietro» di cui parla il Capo dello Stato: non gli piace il possibile ritorno verso gli Stati nazionali? O quello verso il traditissimo Manifesto di Ventotene?
Niente, non lo sapremo mai.
Con rispetto parlando, il nostro nebbioso Presidente sull’Europa non ha detto un cazzo – e non lo ha detto neanche particolarmente bene.