Piccoli, la rappresentanza territoriale e l’occupazione nel bellunese
Qualche giorno fa Piccoli, commentando una notizia relativa all’Acc di Mel:
“Su Acc è stata vinta una importante battaglia, ma ora dobbiamo vincere la guerra perché l’occupazione nel Bellunese torni a crescere. Per farlo bisogna affrontare anche il tema della rappresentanza territoriale. I due temi sono fortemente connessi”.
Il senatore del PDL-FI sostiene dunque che rappresentanza territoriale e occupazione nel bellunese sono due temi fortemente connessi. A crederlo deve essere solo lui, forse a sua insaputa. Vediamo perché.
Diamo per scontato che qualsiasi forma potrà assumere nel futuro la rappresentanza territoriale cui fa riferimento Piccoli, nel passato e fino ad oggi essa non può che coincidere con l’Ente Provincia (commissariato o meno) con tutto ciò che tale tipo di ente può o non può fare per sostenere il “mercato del lavoro”.
Il grafico sottostante mostra l’andamento della disoccupazione totale dai 15 anni e più dal 2004 al 2013 per le province di Belluno, Trento e Bolzano. Come si vede, la dinamica dei tassi di disoccupazione coinvolgenti la provincia ordinaria di Belluno e quelle autonome di Bolzano e Trento risulta sostanzialmente e reciprocamente “in fase” (con ovvi scarti di carattere congiunturale, in più o in meno, che rende Belluno più “nervosa” rispetto alle “contendenti”); in altre parole, la dinamica segue un ordine di forze che, evidentemente, non sono legate né al grado di autonomia (Belluno non ce l’ha proprio) né al bilancio gestito direttamente dell’ente provincia (4500 milioni per TN e BZ e 75 milioni per BL) e alle conseguenti politiche di sostegno del mercato del lavoro eventualmente messe in campo.
Si tenga presente che il PDL, nelle cui file il nostro peones si onora di militare, è stato il partito che ha pugnalato a morte la Provincia di Belluno – come ente a guida politica – sfiduciando il presidente Bottacin nell’ottobre del 2011 (si noti a questo proposito l’impennata parallela della disoccupazione dal 2011 al 2012 per BL e TN, anche se in quest’ultima la guida politica non ci risulta sia stata mozzata). Ecco quindi che il “nostro”, ora che ha avuto modo di capire che l’ente Provincia influenza ben poco l’andamento della disoccupazione, potrà dormire sonni un po’ più tranquilli pensando alle relazioni tra essa e la “rappresentanza territoriale”: in poche parole, i due temi non sono fortemente connessi!
Se il senatore non fosse ancora convinto della cosa potrebbe sempre provare a introdurre nel gioco la provincia di Treviso e l’Italia intera: vedi secondo grafico qui presentato (forse che Muraro nel 2009 si è dimesso, per essere riassunto nel 2010?).