Letta, la quarantenne cariatide
Ho letto ciò che ha detto Letta sui quarantenni ed il salto generazionale. Almeno gli sproloqui di Napo Capo li giustifichi con l’età, attenuante che non si può applicare in via diretta per Letta, in riferimento perlomeno all’età anagrafica. L’età mentale e quindi “governativa”, infatti, è quella del tipico democristiano degli anni che furono e che son tornati (sotto mentite, ma neanche tanto, spoglie).
Trovo, ancora una volta, che ciò che ha scritto Seminerio al riguardo (leggi tutto qui) dovrebbe essere scolpito su pietra, perché distilla l’epitaffio che accompagnerà il disfacimento dell’Italia: “ci restano stregoni e guaritori, in ideale linea di continuità col passato.”
[…] Essere quarantenni ed aver consentito di approvare il decreto Salva Roma secondo gli stessi criteri delle “leggi mancia” di sempre, non qualifica alcuna discontinuità. Perché se all’inizio di una esperienza ministeriale alcune frasi potevano essere viste come il necessario pedaggio da pagare a retorica e compromessi, giunti a questo punto il dubbio che possa trattarsi di antiche tecniche di conservazione di un potere fine a se stesso cresce ogni giorno di più. E se si lancia uno sguardo a ritroso, si scopre che siamo avvolti da carta moschicida e sapevamo pure come sarebbe finita, pensate. Discontinuità generazionale? Ma anche no.
Resta da capire se è questo sistema ad inglobare tutto e tutti, con la sua formidabile inerzia frutto di un modello culturale irriformabile. Come che sia, ora che ci siamo giocati anche la carta propagandistica della discontinuità generazionale, ci restano stregoni e guaritori, in ideale linea di continuità col passato. E già li vediamo operare quotidianamente, peraltro.
Aggiornamento – Il pluriquarantenne Giorgio Napolitano non gradisce l’appesantimento emendativo sul Salva Roma, e il decreto salta. Finirà tutto nel suo contenitore naturale, il Milleproroghe, non temete. La continuità prima di tutto. In ogni generazione.