Durnwalder e le mammelle d’Italia
Questa è vera e macchiavellica realpolitik. I sudtirolesi hanno fin da subito fatto buon viso a cattivissima sorte. Diventare italiano è stato tremendo per me, che italiano mi tocca essere per meriti procreativi, figurarsi per chi italiano non lo è mai stato. Comunque, accettato questo parto clandestino come ineluttabile, il figliastro si è subito attaccato alle mammelle italiane e – da allora – continua a succhiare.
Sarebbe ingeneroso affermare che l’Alto Adige – oggi – viva di trasferimenti dallo stato italiano: no, vive trattenendo sul proprio territorio il gettito fiscale ad esso riconducibile, come dovrebbe fare qualsiasi altro territorio se la più famosa repubblica delle banane del mondo avesse un ordinamento federale.
Par di capire che Durni non ritenga realistico un distacco dall’Italia. In Italia giocano con un oste sempre ubriaco: se tornano di là devono fare i bravi confrontandosi con un oste sempre sobrio e molto, molto meno bananiero. Come detto, questa è vera realpolitik.
Giova forse ricordare che – in termini più generali – se la situazione economica europea non dovesse radicalmente cambiare, diventeremo a breve sudditi della Germania. Tutti quanti: dalla Vetta d’Italia a Capo Passero. Insieme a quasi tutti gli altri paesi euro-centrici. E’ per questo che ho ritirato fuori “Peter und Sabine“, corso introduttivo di tedesco.
(ANSA) – BOLZANO, 6 AGO – Il giornale tedesco Frankfurter allgemeine dedica un reportage alla situazione dell’Alto Adige, definito dal governatore Luis Dunrwalder ”una piccola Europa nella quale convivono pacificamente i tre gruppi linguistici”. Un distacco dall’Italia? Secondo Durnwalder la questione è irrealistica. ”E poi – dice – nemmeno l’Austria sarebbe d’accordo e neppure la Germania ci sosterrebbe”.