il parco Benedetto XVI e le visioni oniriche del sindaco di Lozzo di Cadore
Deve essere stata la commozione in vista dell’inaugurazione del parco solare di Loreto – la prima, perché ve n’è stata una seconda da pochi giorni di cui bisognerà tener conto – a confondere così tanto il sindaco di Lozzo di Cadore. I fatti risalgono all’agosto del 2011 allorquando l’infernale macchina organizzativa comunalizia, sotto le ferree direttive del sindaco, stava per varare la prima inaugurazione – con dedica – del parco Benedetto XVI.
Se non è stato un beffardo gioco del giornalista, il virgolettato pare proprio attribuibile al primo cittadino che, con uno slancio infarcito da prestidigitazione riesce ad allungare il parco – il parco solare di Loreto – talmente tanto da farlo iniziare dal centro del paese.
In un post precedente avevo già riportato un estratto dell’articolo apparso sul Corriere delle Alpi che qui conviene leggere anche nella sua componente onirica:
Un parco viene dedicato al Papa
14 agosto 2011
LOZZO. Un parco dedicato a papa Benedetto XVI, sarà inaugurato domani dopo la messa delle 18,30. «Questo Papa, durante le sue vacanze in Cadore dell’estate 2007», ha affermato il sindaco Mario Manfreda, «per ben due volte è venuto a Lozzo e si è recato a pregare alla chiesa dedicata alla Madonna di Loreto. L’amministrazione comunale, un po’ per ricordare questo evento ed anche perché la zona aveva bisogno di riqualificazione, ha deciso di realizzare attorno alla chiesetta di Loreto un parco pubblico. Ha dato, così, l’avvio al recupero della zona. Un lavoro piuttosto lungo per il quale è stato necessario anche tagliare gli alberi che in precedenza impedivano la vista della chiesetta dalla strada statale delle Dolomiti che costeggia il fiume Piave. Il parco si snoda lungo la strada che dal centro del paese porta alla chiesetta e prosegue, nel bosco adiacente dove sono state sistemate panchine e tavoli. Così, domani sera», conclude il sindaco, «con una breve cerimonia inaugureremo il parco e lo dedicheremo a Benedetto XVI».
Dunque è la commozione. Un elevato livello di commozione. Oggi si chiama così. Noi non lo sapevamo. Non ne eravamo al corrente. Nessuno ci ha avvisato della cosa. Ebbene, secondo il sindaco …:
Il parco si snoda lungo la strada che dal centro del paese porta alla chiesetta e prosegue, nel bosco adiacente dove sono state sistemate panchine e tavoli.
Che figata. Una extention formidabile. Magari è solo il giornalista a non capire una fava. Che sia il parco che si snoda lungo la strada (forse il “tratto terminale?”), o la strada che si snoda fino a giungere al parco? Maaaah! Non sarebbe la prima volta che il sindaco di Lozzo usa effetti subliminali. C’è però un altro arcano. Il parco, giunto alla chiesetta, proseguirebbe “nel bosco adiacente …“. Un’altra extention quindi? E dove si ferma, di grazia? Alla Ruoiba o va oltre? Ma forse, più banalmente, il sindaco si riferiva a tutti quegli acri di bosco a monte del vialetto, quelli che dovrebbero accogliere le sagome … .
(sommessamente, non bastava dire che il parco è – cioè coincide con – un prato adiacente alla chiesa? Sappiamo che i sindaci fanno parte, anzi, sono a capo dell’UCAS – ufficio complicazione affari semplici – però a tutto c’è una misura)
Insomma, se tanto mi dà tanto, considerata l’estensione che il parco avrebbe raggiunto, quella targa commemorativa – lapidea – ci vuole proprio.