commentario all’articolo ‘Via dalle strade tutte le campane’ /5
Mi raccomando: compresa l’impresa! (spiegazione nel seguito).
Ci si arrovella ancora con il commentario all’articolo apparso sul CorrierAlpi “Via dalle strade tutte le campane” (qui i link delle puntate precedenti: prima, seconda, terza e quarta).
De Carlo (sempre lui per forza di cose), sindaco di Calalzo di Cadore, sulla eliminazione delle campane per la raccolta dei rifiuti dalle strade e l’impegno da porre per raggiungere il risultato:
[…] Dobbiamo lavorare tutti, Ecomont compresa, per raggiungere il massimo risultato.
Si sa che ci sono tante cose che si dicono “così per dire“. Sul “massimo e minimo” e relativi corpi d’armata, più o meno alpini, ho già commentato nella quarta puntata. Ora tocca alla “chiamata in causa generale”: ma non al “Dobbiamo lavorare tutti“, frase fatta, ricorsiva, rituale, aria fritta buona per tutte le stagioni. Della chiamata in causa generale ci attrae la presenza di Ecomont, laddove si dice “Ecomont compresa“.
No perché noi eravamo rimasti a Ecomont come al braccio operativo della raccolta: quella ditta che viene col camion e si porta via secco e umido (avete presente?). In ogni parte del mondo c’è qualcuno che fa questo lavoro: qui da noi questo qualcuno si chiama Ecomont. Essendo poi essa società pubblica dei comuni centro-cadorini, del longaronese e dello zoldano, l’integrazione nel raggiungimento del “massimo risultato” mi sembrerebbe scontata, oltre che doverosamente piena (data per ovvia la volontà dei sindaci di perseguire il risultato prefigurato, altrimenti De Carlo starebbe parlando per niente).
Che se ci pensate è un po’ come se un padre di famiglia che sta costruendo una casa, ricorrendo ad un’impresa edile e appoggiandosi all’aiuto estemporaneo dei propri figli, dicesse loro:
«Dobbiamo lavorare tutti, compresa l’impresa …»
E grazie al cazzo !!
Mica lo fa gratis eh, tra l’altro! O ci sono reconditi motivi per i quali Ecomont potrebbe recalcitrare lasciandoci ancora con tutte quelle campane per le strade?