confronto tra ‘Montagna’ e gli altri comprensori turistici del Veneto
Avete un’idea del perché in Veneto il comprensorio turistico “Montagna” conta così poco nei palazzi regionali (vedi anche ultime vicende della coppia Bondolon legate alla nuova legge sul turismo)? Perché, pur non essendo da buttar via, nell’insieme giunge soltanto al 7,8% (4.844.045) del totale delle presenze, coperto da tutti gli altri comprensori per il restante 92,2% (57.507.252), comprensori che non hanno peraltro punti di contatto con la Montagna.
E quali sono e che peso hanno gli altri comprensori turistici che gareggiano con la Montagna?
E quanto contano, dentro il comprensorio “Montagna”, le presenze totalizzate dalla provincia di Belluno, dal settore turistico locale (STL) Dolomiti, dal Cadore nel suo insieme e dalla sola Cortina d’Ampezzo?
Come nota “tecnica” va tenuto conto che le presenze del sottosettore “provincia di Belluno”, che sono qui associate al valore “Montagna”, sono in parte da ricondurre al segmento “Città d’arte”, ma ai fini del nostro ragionamento la cosa pesa ben poco.
La quota delle presenze turistiche dell’intera provincia di Belluno paragonata a quelle dell’intero Veneto è del 6,7% mentre il segmento Dolomiti vale il 5,4%. Serve altro? Del resto il peso politico della provincia di Belluno, che rappresenta il 5% degli abitanti del Veneto, è, democraticamente (cioè con le leggi attualmente in vigore che non tutelano i territori), costituita da 3 consiglieri regionali sui 60 che compongono l’intero Consiglio (cioè il 5% dei consiglieri). Che sia anche per questo che i bellunesi reclamano con voce sempre più alta la necessità della propria Autonomia? E per la precisione stiamo parlando di Autonomia, non della scoperta dell’acqua calda dell’art.15 dello statuto regionale e della specificità bla bla bla (che è un po’ come parlare della verginità delle prostitute).