turismo dolomitico: il ‘coup de théâtre’ della coppia Bondolon
Quando “agiscono” in tre si meritano l’appellativo de i Tre Moschettieri. Ma questa volta sembra mancare l’apporto del leghista Toscani e allora la coppia, il tandem d’oro, si potrebbe chiamare Bondolon, sintesi di Bond e Reolon. Fusione di coppia che ha dato luogo ad uno strabiliante coup de théâtre allorquando, lesti come solo due volpi sanno essere, sono riusciti – è da ritenere all’ultimo momento – a far approvare un emendamento alla nuova legge sul turismo.
Si tratta, per l’appunto, di una nuova legge quadro sul turismo, attività trainante della Regione, non della decisione di partecipare o meno alla Fiera dei Osei. Ci siamo capiti?? Bene. La legge era in itinere da due anni, ma l’ossatura era stata eretta addirittura nella legislatura precedente. La nuova norma prevede, fra altre cose, i tematismi, ossia aree con caratteristiche turisticamente omogenee: laghi, città d’arte, balneare, terme ecc.. Da notare che questa segmentazione era già in uso da anni con funzioni però descrittive, non funzionali (gestione di schei) come previsto da quest’ultima legge.
Fra i tematismi previsti ve n’era uno definito “Dolomiti e montagna“. La coppia Bondolon, fedele rappresentazione della marmellata inciuciona a livello nazionale, in due anni di tempo non si era accorta che il tematismo “Dolomiti e montagna” non era proprio il massimo se guardato nell’ottica della gestione della specificità accordataci dall’art. 15 del nuovo statuto della Regione. A ben vedere le Dolomiti sono evidentemente “montagne” e, è inutile negarlo, buona parte delle problematiche della montagna dolomitica sono assolutamente sovrapponibili a quelle presenti nelle “altre montagne” venete: ma questo è vero soprattutto in un’ottica socioeconomica.
Ben diversa è, invece, la gestione dell’offerta turistica, che va tarata in funzione di specificità territoriali che sono diverse addirittura all’interno della circoscrivibile ed apparentemente omogenea area “dolomitica”. Ora, con il famoso coup de théâtre di cui sopra, scaturito dalla scaltrezza della coppia Bondolon proprio sul filo di lana dell’approvazione della legge quadro, la montagna dolomitica potrà – in potenza – essere gestita come entità autonoma.
Diciamolo, è davvero un atto rivoluzionario: c’è da chiedersi quale futuro sarebbe toccato al turismo dolomitico se non avessimo avuto queste due astutissime volpi che, a dispetto del lunghissimo iter preparativo della nuova legge, non avessero dato questa emendativa zampata finale che ha, oltre tutto, il merito di sdoganare finalmente l’art. 15 e l’ormai celeberrima specificità del territorio bellunese ad esso legata (con un’argomentazione di un certo spessore com’è la programmazione e attuazione della promozione turistica dolomitica).
Tutto ciò, sia detto ben chiaro, a parole. Scritte, ma per ora solo parole (del resto, quelle dell’art. 15 sono o non sono parole scritte – ben 500 giorni fa – ma rimaste finora vuote di alcun significato?). Attendiamo con fiducia l’attuazione pratica di quanto in premessa con la certezza che la vispa coppia Bondolon vigila, attentissima !!