Dolomiti Turismo e calendario delle manifestazioni cadorine inverno 2010: una pubblicazione a dir poco spartana
All’ufficio turistico di Calalzo, presso la stazione, passo di rado. Ci sono andato anche quest’anno, il 29 dicembre scorso, per associarmi a Dolomiti Emergency. Mentre pagavo la mia quota annuale (20 €), sono stato attratto dal calendario delle manifestazioni inverno 2010 in distribuzione presso l’ufficio. Alla gentilissima signora ho detto subito, in ladino, “Chesto me lo tolo su de ricordo”, perché avevo intuito che il materiale poteva essere esemplificativo di un certo modo di fare informazione turistica.
L’occhio mi è caduto subito sulla graffettona metallica che tiene insieme i 4 fogli formato A4 (che piegati poi in due danno come risultato il “quadernetto” che si vede nell’immagine proposta). Una scelta, quella di mettere proprio lì la graffetta, che dimostra, al di là dei contenuti, quanto poca attenzione si riponga nel veicolare l’informazione turistica.
Attenzione, non ritengo scandaloso fornire informazioni ricorrendo alla fotocopiatura, la cui economicità nei confronti della classica stampa tipografica è, peraltro, tutta da dimostrare (diciamo che, normalmente, fotocopia chi non si è organizzato a dovere e, conseguentemente, arriva sempre all’ultimo minuto; in questo senso sia benedetta la fotocopia).
Scandaloso è confezionare l’informazione così come ho cercato di evidenziare nelle immagini, al di là del fatto che ognuno può ben immaginare cosa significhi “sfogliare” un fascicoletto “così graffettato”.
Anche in questo caso, sia chiaro, non è morto nessuno, le cose si riescono a leggere lo stesso, con un certo disagio ma si leggono. Però in questo modo viene veicolata un’altra informazione, che giunge dritta al cuore ed al cervello del turista in transito, senza che se ne renda conto, perché la cosa è, a suo modo, subliminale.
Il turista, quando riceve o raccoglie l’informazione confezionata in questo modo, ha una prima e determinante reazione, un imprinting negativo che si fissa nella mente, che provo a sintetizzare: “Sembra che ai cadorini, io turista, sia quasi d’impiccio, guarda qui come mi informano sulle manifestazioni che hanno organizzato, ma dove sono capitato?”. In buona sostanza, le informazioni contenute non sono “offerte” (aspetto nobile) o “fornite” (aspetto commerciale), sono “gettate“, “date in pasto” come si farebbe con un osso gettato ad un cane randagio.
Sulla pubblicazione compare poi una immagine di “serata danzante” che nulla ha a che fare con l’atmosfera natalizia, ma soprattutto con il prodotto “neve-inverno”. Sarebbe a malapena accettabile se il pieghevole elencasse le sole serate danzanti offerte sul territorio cadorino.
Compaiono poi altre informazioni: Cadore, Provincia di Belluno, il marchio di Dolomiti Turismo, i suoi dati societari …
Su una pubblicazione siffatta io, ditta o negozio cadorino, mi guarderei bene dal partecipare come inserzionista pubblicitario. Sarebbe infatti un’impresa “difficile” coordinare la propria immagine a quella offerta dal pieghevole.
Non tutto è così. Ma se in futuro dovessimo perseverare nel produrre informazione con la qualità descritta in questo esempio, lo sviluppo turistico del nostro Cadore, al di là di ogni altra considerazione, non potrà fare molta strada.