Bonan e il procedimento di accertamento delle responsabilità sulla gestione di Bim-Gsp
Corre l’obbligo di riprendere un altro spezzone del ragionamento di Bonan (assessore ai beni comuni di Feltre) sulla penosissima vicenda Bim-Gsp, in parte già evidenziato ieri:
[…] Bonan attacca in particolare Jacopo Massaro: «Non siamo in sintonia con la “tranquillità” del sindaco di Belluno di un prossimo rientro finanziario attraverso l’applicazione della nuova tariffa come proposta dall’Aeeg ritenendola, noi, in contrasto con l’esito del referendum. Condividiamo invece con Massaro e altre amministrazioni la necessità di attivare in tempi brevi e certi un procedimento di accertamento delle responsabilità sulla gestione di Bim GSP per fare finalmente chiarezza sull’intera vicenda e riavvicinare i cittadini al controllo e alla partecipazione nelle scelte gestionali di questo fondamentale servizio e diritto delle nostre comunità, nel pieno e compiuto rispetto delle decisioni sancite da 27 milioni di cittadini italiani ed oltre 90.000 cittadini bellunesi con il voto del giugno del 2011. Su queste visioni programmatiche e su queste azioni di transizione misureremo quindi il nostro voto alle candidature del nuovo CdA».
Difficile anche in questo caso, oltre a quanto segnalato ieri, non assecondare il lucido pensiero di Bonan. Si parla di un procedimento di accertamento delle responsabilità sulla gestione di Bim GSP. Il problema è innanzitutto – come sempre succede in questi casi – capire precisamente che cosa si intenda per “procedimento di accertamento” e, soprattutto, chi ne dovrebbe essere l’artefice.
Perché – nessuno si metta a ridere – tutti sanno che l’assemblea di Bim-Gsp è costituita dalla quasi totalità dei sindaci bellunesi (67 su 69). Tutti sanno anche che l’Aato – l’ente che avrebbe dovuto coordinare ed al tempo stesso sorvegliare le attività del Bim-Gsp – era composto dai medesimi sindaci: ed è per questo che si dice, da sempre, quando si parla di questa vergogna bellunese, che controllato e controllore coincidono, elemento questo che dà garanzie di massima trasparenza ( :-), ma vaffangà va).
Ora – ribadisco: che nessuno si metta a ridere -, davvero non vorremmo che il procedimento di accertamento di cui si parla sia, magari, affidato ai sindakos o ad una loro selezione (sul tipo della seleção brasileira, il top del top). Nel nostro piccolo, scrivendo queste quattro righe, abbiamo inteso scongiurare questa evenienza, tutt’altro che peregrina (ai posteri la non ardua sentenza).