Lozzo di Cadore: la ritirata dei ghiacci pone in evidenza l’icona ‘patumienta communalis’
Premessa per le anime belle che ogni tanto passano di qua leggendo – distrattamente – questo blog: la cosa che sarà or ora definita non intende rappresentare una critica alla squadra di solerti snevatori che, durante questa strafottuta stagione di meve (la m non è un errore di stumpa), si è consunta e disidratata nel tentativo di liberarci da essa citata meve. No, la cosa è una nota di colore nel grigio panorama offertoci tanto dalla nazional congiuntura quanto dalla medesima in scala lokal.
Va detto che, nel corso di questa stagione (ripeto: fottutissima, in particolare per gli … appaltatori comunali alle prese con lo sgambero della neve) la ben nota variabilità stocastica (lo so che variabilità stocastica è una tautologia, ma devo pur dimostrare da qualche parte la mia natura intellettualoide) delle vicende meteo ci ha regalato 2 (diconsi due) metri di neve in paese. Va precisato che la misura è la somma della neve caduta nella sua forma vergine, la bambagia, prima cioè che la tempesta di gravitoni si curasse di appiattirla verso il centro della terra, come fa del resto con tutti noi.
La potenza del disgelo – in quel di Lozzo di Cadore – ha poi dato origine ad un quasi miracolo, come quello di Similaun: lì venne alla luce Ötzi, pastore artritico dell’età del rame (3300 e il 3100 a.C.) divenuto l’icona di tutti i tatuatori del globo terracqueo (la mummia presenta ben 57 tatuaggi, ma, va detto, nessun piercing). Da noi è apparsa invece un’altra icona, la “patumienta communalis“, felicemente accostabile alla più famosa delle qualità messe in mostra dalla attuale amministrazione, la perseverante conquista della Blak T-shirt (italiano Maglia Nera, ladino Maia Negra) nella raccolta differenziata regionale, ossia la conquista tenace – per tre anni filati – del primo premio per la peggior – urge ripetersi – peggior Raccolta Differenziata fra i 581 comuni del Veneto.
E’ un segno del destino, inequivocabile !!
La foto (scattata il 13 marzo 2013) mi giunge da un perfido lozzese che mi ha mandato la sola ripresa del particolare, che qui sotto potete osservare in tutto il suo valore scientifico, dalla quale non si riesce però a stabilire la postazione, il luogo preciso in cui l’icona è apparsa. Essendo perfido, sfruttando la mia insana curiosità, mi ha indotto a scrivere quanto sto scrivendo promettendomi che, se l’avessi fatto – e lo sto facendo – mi avrebbe poi mandato il fotogramma dal quale si potrà desumere precisamente il locus. Manca mai che al sindaco non erutti lo slancio di elevare il loco a venerazione di tal icona e tutto ciò che ne consegue, insomma, una specie di Genius loci.
Ecco, quello che dovevo fare l’ho fatto! Ora, perfido lozzese, paparazzo di “patumienta communalis”, tocca a te mandarmi il secondo scatto da cui georeferenziare la nobile icona. Ci conto !!
Aggiornamento delle 15,02 : come convenuto, il perfido lozzese mi ha fatto avere la foto “mancante” … : Piaza Vecia o Piaza de le Faule o l Paveón. Niente di più epico per farne luogo di venerazione.