10.000 buoni motivi per i quali Veneto e Piemonte non salteranno
Dite quel che volete ma Berlusconi è uno spettacolo della natura. Alla presentazione del libro del Vespone il Berlusca ha indicato come candidato premier a raffica 4-5 personaggi fra i quali, per 3-4 minuti, Vespa stesso, senza che quest’ultimo se ne sia peraltro reso conto.
Ad un certo punto B. afferma che se la Lega non intende abbracciare ciò che resta del PDL (cioè fare un accordo elettorale con ciò che galleggia…), per rappresaglia salterebbero le amministrazioni di Veneto e Piemonte a guida leghista. E questo mi fa tornare in mente ciò che è successo in Provincia a Belluno, allorquando una rimestolata del già letamaio PDL ha provocato, con l’accoltellata alla schiena di Bottacin, la scomparsa della Provincia dalle mappe politico-amministrative della bananiera repubblica taliana.
Sono quindi atteggiamenti ereditati dal DNA nazionale quelli che ci hanno privato in modo così ignobile della Provincia, con tutte le relative conseguenze. Ci prova quindi quella macchietta di B. a far aleggiare lo spettro del “o fate quel che dico o vi faccio saltare“. Ma con le regioni non succederà (tuttavia, mai dire mai in partitica), o sarà molto meno probabile. E ci sono almeno 10.000 buoni motivi (secondo alcune letture di dati sarebbero anche 12.000). Chi glieli dà 10.000 euri al mese a quelli della casta regionale se saltano? No, non sarà per senso civico, non sarà per senso di responsabilità, sarà per quei 10.000 buoni motivi.
Vedete che non sempre nuociono tutti i soldi presi dalla casta regionale. Che poi, a ben guardare, ultimamente si sono anche riuniti per deliberare qualcosa che ha a che fare non tanto con l’indipendenza del popolo veneto (parola ancora troppo grossa da pronunciare) quanto sulla sua autodeterminazione.
Ricordo infine che il PDL regionale è come quello nazionale: ha solo un colore (ed una puzza) leggermente diverso. Ma il tira-molla è lo stesso, cose già viste, cose già viste.
(Foto: cronache di un default)