ecco come nel Botanico Palazzo si buttano i soldi dalla finestra
Premessa: di non riuscire perlomeno a prendere atto della “produzione legislativa” di Lozzo Fifa – è forse un anno o più che tralascio la consultazione sistematica dell’albo pretorio – me ne sono fatto una croce. Altri interessi, ma anche una colpevole dose di pigrizia destinata, mi suggerisce ora la mia controfigura, a perdurare ancora per molto molto tempo. Per questo accolgo con grande interesse anche questo nuovo scritto di Cagliostro che, rovistando tra le determine, si è imbattuto in un provvedimento dai cui contenuti egli muove le proprie osservazioni sulle modalità con cui l’amministrazione in carica gestisce un aspetto di spesa pubblica. In particolare, a colpirmi, anche dal lato della ricostruzione storica dei nostri usi civici, è stato il concetto descritto nel post scriptum che fa da perfetto corollario al resto dell’articolo.
di Cagliostro
‘Lupus in fabula’. Solo qualche giorno fa, scrivendo a proposito delle prossime determinazioni della nostra amministrazione in materia di IMU, facevo riserva di documentare – ‘ove necessario’ – come certe scelte dell’Esecutivo che ci ‘sgoverna’ fossero quanto meno opinabili, o non ben ponderate ed avessero certamente contribuito a mutare lo stato di salute del bilancio dell’Ente da una situazione di floridezza ad una di gracilità. Questo con riferimento ad una delle ormai certe giustificazioni che verranno adottate da lorsignori per introdurre gli inasprimenti discrezionali previsti in materia, giustappunto, di tassazione sugli immobili.
Oggi, cercando notizie circa un bando sull’albo pretorio virtuale del Municipio, mi sono imbattuto nella Determina n. 50 del 9/7/2012 il cui oggetto recita così: “ Liquidazione quota parte competenze del CTU dr arch. Luigi Canaider nella vertenza Comune di Lozzo/Coffen Maria Giuditta avanti il Commissario Regionale per la liquidazione degli usi civici”. La cosa mi ha non poco incuriosito ed allora ho girato la pagina per leggere le motivazioni dell’esborso di ben Euro 1634,88. Ebbene la vertenza (instaurata da quale delle due parti?) era tesa all’accertamento del carattere demaniale con gravame di uso civico della particella n. 18 del fg 8 del censuario comunale (trattasi, verosimilmente, del terreno – o parte del terreno – su cui sorge lo chalet della sig.ra Coffen, a suo tempo co-attrice – con altri 9 soggetti – di un ricorso, sempre avverso il Comune, nella nota vicenda conosciuta come ‘causa con l’ass.one baitisti’). Ebbene, nella motivazione stringata alla base della citata determina n. 50, si può evincere che il predetto Commissario, nel redigere la sentenza, ha dichiarato il proprio “difetto di giurisdizione” (la materia non era di sua competenza?) ed ha disposto la compensazione delle spese e che la parcella del ctu (l’arch. Canaider, ndr) dovrà essere quietanzata da entrambe le parti, ciascuna per la metà. La sentenza è la n. 35/2012.
A questo punto, corre l’obbligo di chiarire alcuni aspetti della intricata vicenda. Non starò certo a rifare la storia della annosa querelle (il redattore può mettere un link su quanto scritto sulla antica vertenza che ha visto concretizzarsi una ‘sanatoria’, da tutti auspicata, ed il cui iter venne instaurato su precipua istanza del capo gruppo di minoranzadella trascorsa legislatura). I modi di risolvere la originaria vertenza, gli input dati dal Capo Comune all’Uff. del Territorio sono stati però tali che il principio di equità, a parere di molti cittadini e della minoranza consigliare proponente, non ha visto ben tutelati e salvaguardati gli interessi del nostro Ente. Basti pensare che, a tacitazione di tutta la controversia, il Comune ha incassato per diritti di concessione per occupazione di terreni di uso civico soltanto 38.000 euro circa, somma neppure sufficiente a coprire le spese legali sostenute.
La durata della concessione venne fissata in 99 anni, tralasciando il quasi trentennale pregresso e senza tenere in alcun conto la natura giuridica dei suoli di uso civico per i quali una legge (credo del 1985, tuttora in vigore) avrebbe dovuto inibire, nella fattispecie, qualsivoglia tipo di concessione a sanatoria. Nella discutibile transazione comunque, su 10 ‘baitisti’ (l’associazione era stata sciolta molti anni prima, ma il suo ex presidente agiva e scriveva in Comune come se fosse tranquillamente in carica), solo 9 accettarono la ‘transazione’. Ed il sindaco allora si profuse in affermazioni del tipo: ‘l’accordo vale se firmato da tutti gli interessati’. La sig.ra Coffen non aderì anche perché, nel frattempo, era stato appurato che il suo chalet insisteva, per buona parte, su terreno di un privato e della cosa neanche l’Uff. del territorio si era avveduto. Inoltre la sig.ra Coffen riteneva esorbitante la cifra richiestagli, indipendentemente dagli errori di valutazione sull’entità del terreno di uso civico occupato.
Ora il punto è questo. Perché l’Amministrazione si è intestardita in una azione inopportuna, per di più con una istanza ad una ‘giurisdizione’ non competente? Questi sono errori che, per chi ha un minimo di competenza e lungimiranza, non dovrebbero essere commessi!!! Quale è stata quella testa insigne che ha suggerito un tale passo? Si tenga presente che il conto della parcella costituisce, presumibilmente, solo una parte dell’onere che verrà addossato al Comune. E le spese di giudizio? E tutto il corollario di energie, tempo e azione defatigante senza alcun costrutto? Ed ora che intenzioni ha il sindaco e come si comporterà visto che in qualche modo la questione dovrà pur trovare una qualche soluzione?
TUTTO QUANTO SOPRA PUO’ PROVARE UNA SOLA COSA E CIOE’ CHE LE CASSE COMUNALI VANNO USATE CON LA DILIGENZA DEL BUON PADRE DI FAMIGLIA, PENSANDO BENE PRIMA DI PROCEDERE A CERTE SCELTE, CHE COMUNQUE SI STANNO RIVELANDO CONTROPRODUCENTI ED ONEROSE PER LE FINANZE DELL’ENTE.
SICCOME ANCHE AL BIM-GSP IL CONTO DEGLI ERRORI DEGLI AMMINISTRATORI (SOLO ERRORI, NON ANCHE DABBENAGGINE, SE NON QUALCOSA DI PIU’ ECLATANTE?) VIENE GIRATO AGLI IGNARI UTENTI, NON VORREI CHE L’ABITUDINE DEI GIRI CONTO VENISSE INSTAURATA ANCHE AL BOTANICO PALAZZO CON IL FAR CASSA IN VARIO MODO (LEGGI: INASPRIMENTI FISCALI) AL FINE DI COPRIRE ONERI IMPUTABILI A CHI HA FATTO SCELTE SBAGLIATE.
P.S. Sono tormentato da un dubbio sul quale da questa mattina mi sto arrovellando. Ma perché il Commissario regionale per la liquidazione degli usi civici avrà sentenziato “il suo difetto di giurisdizione”? Non sarà, per caso, che tutto il castello imbastito sugli usi civici non sta in piedi e magari i terreni in questione possono essere annoverati fra i beni delle vecchie regole, come sta scritto nei Laudi e come asserisce lo storico Giovanni Fabbiani? Se questa ipotesi risultasse vera, tutta la costruzione su cui si è basata e si basa ‘l’azione’ del Comune, le transazioni sottoscritte con i baitisti e tutte le elucubrazioni messe in campo dai ‘giureconsulti’ del Comune si scioglierebbero come neve al sole di Marzo!!! E il Conducator si troverebbe in grosse difficoltà a dover ricorrere avverso un provvedimento come quello citato nella determina n. 50. Se il Comune dovesse ricorrere in sede civile per contestare un assunto del genere potrebbe anche farlo con la finalità, tutta ‘andreottiana’, di scaricare la patata bollente sulla prossima amministrazione. “Ad essere maliziosi si fa peccato, ma spesso si indovina…” La verità vera è che al botanico palazzo l’esborso per parcelle legali, pareri tecnici e quant’altro non è, purtroppo, ancora finito; come, forse, non è ancora finito l’analogo ‘giallo’ sulla Caserma Montiglio. Prepariamoci al salasso fiscale e tributario, già presumendo dove una buona parte dei nostri soldi andrà a finire.