Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti: un primo incontro.
Facebook può essere pensato come uno strumento che permette vari tipi di aggregazioni a carattere sociale. Uno di questi è il cosiddetto “gruppo”. Fra i vari gruppi che compongono il costellato panorama di Facebook ve n’è uno che si chiama “Provincia Autonoma di Belluno Dolomiti“, composto da circa 2200 persone. Io ne faccio parte.
Venerdì scorso, a Belluno, al Centro Giovanni XXIII, si è tenuta una riunione in cui il “gruppo facebook” si doveva de-virtualizzare o, se volete, si doveva materializzare (ben inteso che le discussioni sui social-network sono comunque fatte da persone, non da robot). Io ho confermato da subito la mia presenza, salvo poi mandare due righe di scuse per problemi personali che mi sono sopraggiunti e che mi hanno impedito di essere presente all’incontro.
Leggo da Bellunopress che la “piazza vera” era costituita da poco più di 20 persone (un distillato del gruppo virtuale di 2200 persone). Non vedo dov’è il problema. Se con una bacchetta magica riuscissimo a fare in modo che domani ci si potesse recare alle urne per votare il referendum sull’autonomia della nostra provincia, la gente bellunese, senza essere indottrinata da partiti e comizi relativi, non potrebbe che votare per la propria libertà, confermando con forza la volontà di essere finalmente autonomi, di camminare con le proprie gambe, di affrontare il futuro (difficile) senza avere ai piedi (ormai siamo diventati dei carcerati istituzionalizzati) le palle di uno statalismo (e conseguente regionalismo) che ci ha ormai quasi asfissiato.
L’unica possibilità di rompere l’asfissia, di trovare ossigeno per farci rinascere, è l’ottenimento dell’autonomia finanziaria e legislativa. Senza di essa la montagna non potrà vivere dignitosamente. Potremmo essere “assistiti” dallo Stato, aspettare che giungano i sussidi come si fa per i terremotati, ma allora dovremmo accettare di essere dei derelitti. Chi sta per morire, infatti, si accontenta di poco, pur di sopravvivere.
Ma è anche chiaro che la bacchetta magica non c’è. Non conosco le conclusioni che sono sortite dalla riunione, chiederò informazioni al fondatore del gruppo Moreno Broccon e ve ne darò conto. E’ chiaro anche che questa mia “fiducia” nel buon senso della gente bellunese, non esclude che della nostra Autonomia se ne debba parlare. Anzi. Dobbiamo trovare il modo di parlarne in tutte le occasioni possibili, ma non tanto per convincere la gente sulla necessità vitale del conseguimento dell’autonomia, quanto per poter creare le condizioni affinché la gente si possa davvero esprimere col voto referendario.
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