Caserma di Soracrepa: a 100 anni dal progetto il degrado e l’incuria danno l’idea di una stalla di stampo sovietico
Giovanni De Donà e Walter Musizza, non c’è alcun bisogno di presentarli, in occasione dei 100 anni dal progetto della caserma Montiglio, per tutti caserma di Soracrepa (ex caserma da quando lo stabile è stato rimodernato), hanno pubblicato su Il Cadore di questo mese un ottimo articolo di carattere storico sulle vicende che hanno contraddistinto, fin dall’inizio, il memorabile manufatto.
Il titolo non lascia dubbi interpretativi: Caserma di Sora Crepa beghe di ieri e d’oggi. Occhiello: “Il manufatto militare a Pian dei Buoi fu progettato 100 anni fa, ma ubicazione, realizzazione e utilizzo furono sempre contrassegnati da polemiche e contenziosi”.
Gli autori, come è giusto che sia visto il loro ruolo di storici, descrivono ampiamente lo svolgersi delle vicende legate alla caserma partendo da un accenno alla situazione storica relativa all’ultimo ventennio dell’800, per tratteggiare le motivazioni strategiche che avrebbero poi legato l’edificio alle altre opere fortificatorie del campo trincerato di Pieve di Cadore, continuando con la successione di eventi dalla sua progettazione alla disfatta di Caporetto e successiva caduta nell’oblio di questo e tantissimi altri manufatti.
Nella prima parte dell’articolo vi è una breve presentazione nella quale si accenna alla “ineffabile” sorte toccata all’edificio da quando esso, passato dalle mani militari a quelle civili diventando bene di proprietà del comune di Lozzo di Cadore, è divenuto centro di un lungo contenzioso giudiziario, poco dopo essere stato oggetto di ammodernamento strutturale destinato a funzioni di albergo e ristorazione a servizio della fruizione turistica dell’altopiano di Pian dei Buoi.
Dopo quasi un secolo di onorato servizio a disposizione della strategia militare, meritava di avere finalmente un destino di pace, al servizio del miglior turismo all’ombra delle Marmarole, ma così non è stato. Ineffabile sorte davvero quella dell’ex caserma “Montiglio” di Sora Crepa sul Pian dei Buoi, in quel di Lozzo di Cadore, che alla fine del secolo scorso pareva avviata a diventare un rilevante punto di riferimento per un intelligente ed articolata fruizione dell’intero altopiano e che oggi continua invece a restare desolatamente chiusa, con preoccupanti avvisaglie di un grave degrado della struttura. […]
La vicenda giudiziaria nel suo complesso è piuttosto articolata e le successioni temporali dei fatti costituiscono un ginepraio che, in qualche modo, il BLOZ ha tentato di “comporre”, con articoli cui si sono aggiunti svariati interventi di commento, per cercare di dare una lettura organica all’avventuroso avvenimento (l’etichetta o tag caserma-soracrepa fornisce l’elenco completo di tutti gli articoli sull’argomento).
Nell’ottimo argomentare (qui l’articolo per chi non potesse leggerlo su il Cadore: è una foto, non ho potuto farne una scansione seria) devo tuttavia segnalare un’ombra interpretativa (che nasconde una non secondaria imprecisione). L’articolo è infatti accompagnato da alcune foto e da una “didascalia” generale che così recita: “Oggi la Caserma a Sora Crepa per colpa di contenziosi giudiziari rimane desolatamente chiusa, con preoccupanti avvisaglie di degrado alla struttura”.
E’ infatti sicuramente vero che i contenziosi giudiziari hanno congelato qualsiasi possibilità da parte del comune di usufruire dell’immobile e conseguentemente di fare le opportune manutenzioni. Ma ciò è giustificato fino al momento in cui il comune è entrato nel suo pieno possesso, cosa comunicata con fanfare (ma forse è meglio dire con … una fanfaronata?), giubilo ed esultanza dal sindaco di Lozzo di Cadore nel bolcom del novembre 2010 detto, per l’appunto, “il casermino“. Vale la pena rileggere alcune righe del poema cavalleresco:
Una ventata di soddisfazione ha permeato la comunità di Lozzo di Cadore a metà ottobre. Ad alimentarla e a mantenerla piacevolmente effervescente fino a che tutti non l’avessero assaporata è stata la notizia scesa da Pian dei Buoi riguardante il Casermone Soracrepa. Una notizia attesa da tempo: il Casermone torna a disposizione del legittimo proprietario e cioè il Comune di Lozzo. Il primo ad esultare è stato il sindaco Mario Manfreda che, costretto a letto per una brutta frattura, non ha potuto essere presente a Pian dei Buoi nel momento in cui l’ufficiale giudiziario “liberava” l’immobile disponendo l’estromissione degli inquilini abusivi. A fare le veci del sindaco c’era però il suo vice Apollonio Piazza in collegamento telefonico con Manfreda. […]
“Abbiamo tenuto duro, con tenacia e i fatti ci hanno dato ragione abbiamo vinto noi. Il Casermone appartiene a Lozzo e nessuno glielo toccherà mai più“
Si tratta di un sogno che l’Amministrazione comunale condivide con l’intera comunità di Lozzo che, da sempre, considera Pian dei Buoi una autentica opportunità turistica.
Da allora il sindaco, come da me ben dimostrato con dovizia di particolari (uno – due – tre – quattro – cinque), pur avendo dato fiato alle dichiarazione appena riportate, per tutto il 2011 se ne è strafottuto della manutenzione della caserma che, non fosse per altro, sarebbe almeno dovuta come atto di rispetto verso chi giunge a Pian dei Buoi (compresi i componenti della … comunità di Lozzo, naturalmente).
Capisco e condivido il disappunto di carattere generale espresso da De Donà e Musizza, essendo esso senz’altro associato più alla loro sensibilità di storici che a considerazioni di altro carattere, disappunto che probabilmente diventerà ancor più profondo nel momento in cui pubblicherò la sesta parte della serie “Sopra la Crepa la caserma crepa” (cui tuttavia, visto l’argomento, ho cambiato il titolo).