il GAL ha fatto l’uovo e … il pop-corn
Puzza come un pesce avariato; la notizia intendo, essendomi giunta il 6 febbraio scorso. L’ideazione si perde nella notte dei tempi, spingendosi, l’edificio progettuale, al 31-12-2009 data di presentazione del progetto esecutivo alla Regione, la qual mirabilia avrebbe dovuto concludersi il 31 dicembre dell’anno scorso.
Il progetto aveva subito folgorato i tecnici regionali in virtù, particolarmente, del primo caso per il quale l’effetto precede la causa. Sulla questione la filosofia si è a lungo intrattenuta, dai classici fino ad oggi. Di solito, di solito, è la causa che produce o determina l’effetto (che si intende, per l’appunto, ad essa conseguente). Ma veniamo al caso di specie: tu prima coltivi il mais e poi, quando ce l’hai fra le palle, capisci che puoi ottenere dal chicco la farina e quindi … ecco che nasce l’idea del mulino (o perlomeno del suo utilizzo).
Non qui. Come ben dimostrato in aspettando il GAL … alla Roggia dei Mulini, l’idea dirimente è che …
[…] il riportare al funzionamento i mulini per la macinazione della farina può, con azioni dimostrative, reintrodurre presso le popolazioni locali, l’usanza di coltivare il mais per la produzione della farina da polenta
Ed il miracolo, come sapete, complice anche la vicinanza di San Rocco, è avvenuto: in località Piaze, ma non solo, è tornata la Zea Mays. Il miracolo è ancor più miracolistico perché Zea Mays è tornata addirittura prima della resuscitazione dei mulini per la produzione della farina. Un’apparizione, questa del mais, che più di qualcuno ritiene si debba segnalare alla Congregazione della Dottrina della Fede per le indagini del caso.
Paura nenti. Il progetto che doveva concludersi entro il dicembre del 2011 viene approvato il 18 gennaio 2012:
Con decreti del Dirigente dello Sportello Unico Agricolo di Belluno di AVEPA, n. 4023, 4033 e 4038 del 18 gennaio 2012, sono stati approvati tre progetti di Cooperazione interterritoriale e transnazionale presentati dal Gal Alto Bellunese nell’ambito della Misura 421 del PSR del Veneto 2007-2013:
Progetto “Mulini” in partenariato con Regionalmanagement Wipptal in Tirolo (capofila del progetto) e con il Gal Prealpi e Dolomiti. Lo sviluppo di questi territori ha visto nel passato la crescita di attività produttive che utilizzavano l’acqua come fonte di energia. Gshnitz, Lozzo di Cadore, Santa Giustina, Sedico e Belluno in particolare, condividono il fatto di essere realtà nelle quali lo sfruttamento della forza idraulica costituisce un esempio di sistema preindustriale dove i vari opifici (mulini da grani, seghe da legname, follo da panni di lana e telai da tela oltre a numerose mole e fucine) utilizzavano l’acqua per mezzo di una roggia che partiva a monte degli insediamenti. Nel tempo queste attività sono state abbandonate con la conseguente dismissione degli immobili che hanno subito un processo di degrado. L’obiettivo principale del progetto è quello di valorizzare a scopo turistico e didattico i mulini dei tre territori con interventi di ricostruzione, restauro e riattivazione di alcuni e con azioni di promozione, marketing e messa in rete delle strutture. (contributo concesso euro 250.000,00 )
All’ultimo istante, lo so per certo, il progetto è stato arricchito con una variante lungimirante ed innovativa. Per venire incontro alle mutate esigenze del flusso turistico, che si fa sempre più esigente, oltre alla farina è stato previsto un adattamento funzionale dei vecchi mulini per produrre all’istante, on demand, genuino e scoppiettante pop-corn. Si attende solo il benestare delle Stato italiano che ha comandato un sopralluogo degli artificeri del nucleo San Marco (quelli del carro armato di cartone dei Serenissimi). L’esito è comunque scontato. Non solo dorata farina, quindi, ma anche croccante pop-corn.
Chi è che diceva che il trasloco del GAL non avrebbe prodotto i suoi frutti?