9 MAGGIO: UNA DATA MOLTO SIGNIFICATICA PER L’UMANITA’ E PER L’ITALIA
di Giuseppe Zanella
Oggi ricorrono due importantissimi anniversari: il primo che ha segnato il corso della storia umana, ossia il 75° della entrata in vigore della capitolazione della Germania con la fine dell’immane catastrofe di un conflitto globale che ha insanguinato, con milioni e milioni di morti, l’intero pianeta; il secondo che ci riguarda molto più da vicino, temporalmente e geograficamente ma non per questo meno ‘impattante’, ossia il 42°dell’esecrando assassinio dell’on. Aldo Moro, il grande statista democristiano barbaramente trucidato dalle BR (BR: strumento ‘cosciente’ od ‘incosciente’ di ben più raffinati e potenti poteri forti?). Una data storica quindi dal rilievo decisivo e duplice: vuoi, in generale, per l’intera umanità, vuoi, nello specifico, perla vita politica, sociale e civile della nostra nazione. In questo intervento parlerò soltanto della prima ricorrenza, riservandomi di trattare della seconda nei prossimi giorni.
Se in quel giorno del 1945 la firma apposta dal feldmaresciallo Jodl davanti ai quattro rappresentanti delle potenze vincitrici rappresentò un punto fermo nella lotta alla barbarie nazista, si dovette attendere il successivo mese di Agosto per porre veramente fine all’immane conflitto che ancora divampava ad oriente e ci volle (purtroppo) l’uso di ben due ordigni nucleari per piegare l’indomita volontà degli imperialisti giapponesi e rendere così il pianeta libero finalmente da teatri di guerra. Sembrava allora, anche per effetto della Dichiarazione di S. Francisco che aveva segnato la nascita dell’organismo internazionale (Onu), sostituto della ‘vetusta’, ginevrina Soc. delle Nazioni, che la pace dovesse da quel Maggio e da quell’Agosto ‘45 regnare sovrana sul pianeta. Ma non era così e, purtroppo, non sarebbe stato così!!
Già la firma della resa tedesca aveva manifestato preoccupanti segni di una nuova, perigliosa realtà che sarebbe andata sotto il nome di ‘Guerra fredda’ e di divisione dell’Europa in due blocchi con la creazione della così detta ‘Cortina di Ferro’, il bel risultato della conferenza di Yalta. Il plenipotenziario Alfred Jodl, quel 7 maggio della resa a Reims, aveva irritato fortemente i sovietici facendo forse intendere di voler attuare una pace separata con gli americani, con evidenti finalità di contenimento dell’URSS. Le cronache raccontano di una ferma presa di posizione del comandante supremo americano, gen. Eisenhower, che consentì ai sovietici di ripresentarsi, alle ore 2.41 nella stessa scuola di Reims, per la firma ufficiale della resa incondizionata tedesca a tutte le forze della coalizione vincitrice. E sappiamo tutti come le zone di influenza fossero poi la cagione dell’espansionismo sovietico nell’Europa dell’Est e della nascita della Nato nel 1949 e del successivo, contrapposto patto di Varsavia…
E fu questa la coesistenza del terrore nucleare ed il lungo periodo di una battaglia ideologica senza esclusione di colpi durata fino al 1989!!… E per unificare le tre zone di occupazioni occidentali e dar luogo alla Repubblica Federale, soprattutto gli americani si servirono a piene mani delle strutture e della burocrazia ex nazista; questo lo si vide negli apparati del ministero della Giustizia, in quello dell’Università ed anche nel ricostituito Esercito Federale, il tutto con le ovvie ripercussioni in termini della mancata radicale denazificazione nei gangli vitali del nuovo stato… Fu, insomma, un confronto serrato con molti pericoli corsi di trasformare la ‘guerra fredda’ in una concreta contesa di natura nucleare: basti pensare alle varie crisi superate per il rotto della cuffia, ossia all’ultimo momento, in extremis: crisi di Suez e della concomitante invasione sovietica dell’Ungheria (1956), crisi di Berlino e successiva erezione del muro, la guerra di Corea, poi del Vietnam e dell’Hafganistan, la crisi di Cuba (forse la più pericolosa).
Senza contare il confronto ideologico più in generale, a livello planetario, fra l’Occidente capeggiato dagli USA e l’Oriente capeggiato dall’URSS. Tutto sommato, però, il mondo, con l’equilibrio del terrore, evitò sempre- seppur stentatamente-un confronto cruento fra le due potenze egemoni. La contesa trovò la sua conclusione nel 1989 con la caduta del muro di Berlino ed il crollo della Unione Sovietica dovuto a varie concause, in primis il fallimento di natura economica delle politiche pianificatorie del fu marxismo-leninismo e degli sperperi di natura militare per la gara ingaggiata con gli USA per l’egemonia planetaria assoluta. Un ruolo di rilievo lo giocò sicuramente la Chiesa Cattolica con l’innesco della crisi polacca: classica goccia che fece traboccare il vaso…
Dopo questa fase storica caratterizzata da una lotta fra Ovest ed Est, assistiamo ora ad un confronto, forse ancora più foriero di guai, che si sta evolvendo in una “guerra mondiale a pezzi” (definizione di Papa Francesco) fra sud e nord del pianeta, fra massimalismo religioso di certo islamismo, contrapposto ad una civiltà di prevalente matrice cristiana; in sostanza, si tratta di una drammatica lotta ideologica fra paesi usciti da decenni da un bieco colonialismo ed in cerca di un riscatto socio-economico ed alcuni paesi, così detti ‘ricchi’, che hanno alle volte adottato politiche di un sofisticato sfruttamento attraverso forme più moderne ma pur sempre ispirate ai vecchi criteri del protettorato e della sopraffazione economica.
Come non ricordare l’accorato appello di Paolo VI “sui popoli della miseria che interpellano i popoli della opulenza”? Da dove crediamo che nascano gli estremismi più pericolosi ed abbietti (riferentesi, purtroppo, anche ad aspetti religiosi aberranti e giustificanti persino la violenza più atroce) se non dalla miseria, dalle carestie, dall’assenza di lavoro, dalle malattie e dalla denutrizione di intere popolazioni, ivi compresi donne, vecchi e bambini?? E l’egoismo di certe realtà politiche, di certi Stati sono la cagione dei mali della nostra epoca!! Basti pensare alla posizione olandese, tedesca e dei paesi del nord Europa verso i bisogni odierni dell’Europa mediterranea, oppure agli ‘egoismi’ ungheresi, polacchi, slovacchi in materia di accoglienza degli immigrati…
(NB – A breve tratterò dell’altro anniversario, il 42° del barbaro assassinio dell’on. Prof. Aldo Moro)